Sulle orme di Hermann Hesse

Con l’occasione del centotrentesimo anniversario della nascita del noto scrittore tedesco, si è svolto l’annunciato incontro-conferenza organizzato dall’associazione Nuova Acropoli di Avola negli spazi del nuovissimo Centro Culturale Giovanile.

L’incontro, relazionato da Letizia Lampo, ha voluto ritrarre l’immagine dell’autore di uno dei romanzi più letti dalle giovani generazioni, il “Siddharta”, e ha raccolto l’attenzione degli intervenuti intorno alle pagine più belle che hanno rappresentato la sua lirica e la sua letteratura.

Accanto alla lettura di brani densi di significato, la relazione ha seguito il percorso personale di uno scrittore che ha saputo fare della sua vita un esempio concreto di coerenza e coraggio: nei suoi ottantacinque anni di vita ha colmato la storia europea ed internazionale di importanti riflessioni sullo sviluppo dell’individualità, sui mali della violenza e della guerra, su quanto sia possibile fare per sé stessi e per l’umanità intera.

Ricordato dalla letteratura internazionale come lo scrittore che grande eco ha concesso alla spiritualità e all’evoluzione del singolo, Hesse ha rappresentato un importante punto di svolta per la cultura del suo tempo nonché un riferimento prezioso per i tanti giovani che si trovavano a vivere momenti forti ed ambivalenti come quelli precedenti al primo conflitto mondiale, quelli riferiti alle due guerre e ai conseguenti dopoguerra: in tutte le sue opere, lo scrittore ha saputo rappresentare i bisogni della collettività, leggendoli, però, sotto una chiave di grande profondità che non poteva non commuovere e fare riflettere.

Opere della guerra quali “Demian” ed “Il giuoco delle perle di vetro” - che gli varrà il premio nobel per la letteratura - rappresentano chiare prese di posizione contro un conflitto che non solo non comprendeva ma che mal rappresentava le esigenze e le necessità della gioventù del suo tempo. Di cosa aveva bisogno questa gioventù per lo scrittore di tanti preziosi passi? Sicuramente di speranza, di poter coltivare, anche se nel proprio intimo, quell’amore per l’arte e per la spiritualità che può sostenere sforzi e sofferenze. 

Durante la relazione, sono state proposte raffigurazioni delle sue più belle opere di acquerello: tra la sua ricca produzione artistica, vi fu anche un largo numero di piccole opere d’acquarello che raffiguravano le bellezze naturali del circondario di Lugano, della sua Montagnola, città presso la quale visse un’ampia fetta della sua vita, e di tutto il Canton Ticino. Opere semplici, affascinanti proprio per la loro freschezza, che ben rappresentano l’altra “aria” dell’artista, quella che, armata di pennelli e colori, seppe fare esprimere le mille risorse dell’impegno artistico. 

L’Hesse che si è tracciato è stato un uomo dalla ricchissima vita interiore, esempio di profondità e di dedizione, attento ai bisogni dei suoi lettori e di quanti gli si avvicinavano per consigli o ispirazioni, tanto che sino all’ultimo giorno della sua vita non si stancò di riferirsi a loro come al “Vegliardo di Montagnola”, il saggio poeta che dell’arte era riuscito a farne ispirazione e modello. Quello che può essere utile anche oggi, centotrent’anni dopo il giorno che ne vide la nascita.

Con questa illustre occasione, ricordata tra l'altro in moltissimi paesi dell'Europa ed in molte altre città d'Italia, Nuova Acropoli ha voluto ribadire ancora questi messaggi, sottolineandone la palese attualità. Di certo, il bisogno di profondità e l'urgente riscoperta di sé rappresentano necessità alle quali tendere, anche ai nostri giorni.