CONVEGNO

 

LE ORIGINI DI ROMA FRA STORIA E LEGGENDA,

alla luce degli ultimi ritrovamenti archeologici

 

con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali

e I° Municipio - Roma Centro Storico

 

II Sessione – Sabato 12 novembre 2005

ore 17:30 – 20:00

“IL MITO ED IL SUO RAPPORTO CON LA STORIA”

 

 

Moderatrice: Maria Sole Pomara

Dò il benvenuto a tutti i presenti in questa seconda giornata del Convegno sulle Origini di Roma e ai relatori di oggi: Maria Donatella Gentili, docente di Antichità dei Popoli italici presso l’Università di Tor Vergata di Roma e Maria Luisa Bruto, direttrice del Museo di Lavinium. 

Desidero ringraziarli perché Nuova Acropoli, che è una associazione che si regge sul volontariato, ha potuto realizzare quest’incontro grazie anche alla disponibilità completamente gratuita di tutti i relatori.

Non è presente oggi uno dei relatori, il dr. Ercole De Santis, volontario di Nuova Acropoli e grande appassionato della cultura romana, che per i nostri soci tiene lezioni e visite guidate di approfondimento su Roma, ma che è anche medico, specializzato nelle emergenze, che si è trovato a dover partire con altri 10 volontari di Nuova Acropoli per il Pakistan a causa del terremoto dello scorso 8 ottobre. Questo sisma a cui i media non hanno dato particolare risalto, ha inginocchiato la popolazione pakistana.

Nuova Acropoli, a livello internazionale, ha inviato una prima squadra il giorno dopo il terremoto, specializzata in “Search and Rescue”, “Ricerca e Recupero”, che ha lavorato per i primi dieci giorni estraendo i sopravvissuti dalle macerie.

C’è stata una seconda squadra che ha sostituito la prima e che ha lavorato fino al 31 ottobre, e giovedì è partita la squadra italiana di Nuova Acropoli costituita da medici, carpentieri, idraulici, elettricisti, per il “ripristino delle normali condizioni di vita”. Il dr. De Santis prima di partire mi ha lasciato una relazione, che io non leggerò totalmente ma rappresenterò, estrapolando alcuni concetti.

 

Nella giornata di ieri abbiamo parlato di miti, il mito di Romolo e Remo. E’ chiaro però che questi miti possono comprendersi solo se analizziamo i simboli in essi contenuti: e questo era il tema che doveva presentare oggi il dr. De Santis.

“Il Mito come orientamento della Storia”: Ercole De Santis, medico dell’ASL RM B e medico volontario dell’Area di Ecologia e Protezione Civile di Nuova Acropoli

Pensando al mito del fuoco di Vesta, io ricordo che pensavo “che superstiziosi questi romani”, che pensavano che spegnendosi il fuoco Roma cade!

 

Ma cosa vuol dire che il fuoco si spegne?

Quando ho iniziato a leggere Ovidio che parlava, nel culto di Vesta, della sfera della Terra, che il tempio di Vesta era circolare perché rappresentava la terra ed il suo movimento rotatorio, ho compreso che forse qualche conoscenza i romani l’avevano!

 

Il fuoco è uno dei quattro elementi, simbolo di un livello di conoscenza dell’uomo, è rappresenta l’intelligenza.

In un mito, Prometeo ruba il fuoco agli dei per donarlo agli uomini, e questo permette all’Uomo  uno scatto evolutivo rispetto all’animale, ma non perché con il fuoco si può cucinare, stare caldi, ed essere illuminati, ma perché il fuoco rubato agli dei rappresenta la scintilla mentale che l’uomo ha acquisito e che lo contraddistingue dagli altri esseri e gli permette di essere a metà nella scala evolutiva tra gli animali e gli dei.

(continua…)

“L’insegnamento della Storia Antica in Italia”: Maria Donatella Gentili, docente di Antichità dei Popoli italici presso l’Università di Tor Vergata di Roma

Il tema delle origini di Roma si mostra particolarmente adatto per una riflessione sulle metodologie di insegnamento della storia antica oggi.

E' infatti un argomento praticamente inesauribile che, tuttavia, ha ormai acquisito una sua autonomia rispetto allo svolgimento della "storia romana" tradizionalmente intesa poiché appartiene all'ambito critico della protostoria, alla cui ricostruzione concorre un gran numero di discipline specialistiche.

 

Se infatti la conoscenza della preistoria si basa essenzialmente sulla descrizione degli aspetti materiali delle civiltà più remote e quella delle fasi storiche è assicurata dalla narrazione delle fonti, la conoscenza della protostoria richiede un processo ricostruttivo nel quale convergono simultaneamente e su un piano di parità i dati archeologici e ambientali, gli echi della tradizione, gli indizi linguistici e così via.

 

In questa luce il tema delle origini di Roma è quanto mai fecondo per illustrare agli studenti la metodologia di studio interdisciplinare in cui convergono diverse discipline superando la pur necessaria ma spesso esasperata specializzazione accademica, con il vero e unico fine di giungere alla storicizzazione dei dati e alla loro sintesi interpretativa.

<font face="Arial" size="3">“Il Mito di Enea nel Lazio, la città di Lavinium ed il suo fondatore”: Maria Luisa Bruto, direttrice del Museo Archeologico di Lavinium</font>

<font face="Arial"><font size="3">Ringrazio gli organizzatori del convegno per avermi dato l’opportunità di esporre un’operazione di mediazione culturale recentemente condotta nelle sale del Museo Archeologico “Lavinium” che si potrebbe definire “la musealizzazione di un mito”.&nbsp; </font></font>

 

<font size="3">Infatti, per la precisione il 31 marzo scorso, si è aperta al pubblico la Mostra dal titolo “<i>Hic Domus Aeneae</i>”. La Mostra non contiene molti reperti ed è fortemente indirizzata ad esporre uno degli aspetti dell’antica città di <i>Lavinium</i> che un tempo si trovava, per chi non lo sapesse, nel territorio dell’attuale Pomezia.</font>

<font size="3">Questo aspetto è quello religioso che emerge fortemente in tutto il percorso, che vuole essere più un racconto, ed è sembrato interessante proporlo come filo conduttore, rispetto ad una esposizione tradizionale, magari cronologica. Se così fosse stato avremmo dovuto iniziare dai corredi della necropoli protostorica che invece si trovano nell’ultima sala che chiude invece il nostro itinerario, facendo un parallelo tra culti, espressi&nbsp; attraverso un complesso rituale funerario nel caso della necropoli, e un complesso sistema di&nbsp; preghiere, formule rituali e di offerte, nel caso di un santuario.</font>

<font size="3"><a href="/cultura/i-grandi-eventi/le-origini-roma-seconda-giornata/il-mito-di-enea-nel-lazio-la-citta-di-lavinium-ed-il-suo-fondatore-maria-luisa-bruto-direttrice-del-museo-archeologico-di-lavinium">(continua…)</a></font>

Conclusione

Moderatrice: Maria Sole Pomara

Vorrei terminare questa seconda giornata con una frase del prof. Livraga, fondatore di Nuova Acropoli ed esperto di Archeologia, Storia e Filosofia:

“Il tempo è come la terra: bisogna scavarla profondamente. Quando lo facciamo in superficie, solleviamo soltanto una nuvola di polvere. Così se scaviamo profondamente nella storia possiamo raggiungere quei solidi valori sui quali vogliamo fondare i nostri principi. Andiamo dunque alle sorgenti e attingiamo a ciò che è valido oggi, sarà valido domani e sempre”.