La decisione 291/2003 della Comunità Europea ha inteso affermare che:

 

1.      L’esercizio fisico migliora la salute mentale e fisica e costituisce un elemento positivo dei processi di apprendimento e di formazione di ogni studente;

2.      L’educazione attraverso lo sport promuove l’identità e lo sviluppo personale dei ragazzi e delle ragazze;

3.      Le opportunità offerte dallo sport sono un’occasione di mobilità per gli studenti e favoriscono la creazione di una reale dimensione conoscitiva, culturale e sociale europea.

 

Il senso di queste affermazioni è che ognuno può trarne vantaggio dai valori trasmessi attraverso lo sport per lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze che formano il capitale umano della nostra società.

 

Con la riforma degli ordinamenti scolastici, che prevede l’insegnamento delle scienze motorie e sportive centrale già nel primo ciclo di studi, l’Italia si è impegnata a fare sì che la misurazione delle competenze sportive costituisca uno dei termini di confronto costante nella verifica della qualità del sistema educativo e formativo.

 

E’ opportuno sottolineare che, indipendentemente dalla vittoria o dalla sconfitta, lo sport deve essere soprattutto un’esperienza che aiuta a trovare il giusto equilibrio e consapevolezza di sé.

 

L’educazione attraverso lo sport deve servire a combattere la dispersione scolastica, le varie forme di disagio giovanile e i tanti rischi di esclusione sociale che minacciano i giovani.

Educare i giovani a fare volontariato nell’associazionismo sportivo, in un modello di educazione informale al quale la scuola partecipi attivamente, può essere un modo per accostarli a nuove forme di solidarietà e di cittadinanza attiva.

 

Rafforzare l’educazione attraverso lo sport può aiutare a far accrescere la positività della scuola e contribuire, così, a constatare il fenomeno degli abbandoni precoci che, ancora oggi in grande numero, rappresentano un dramma sociale.

 

Incoraggiare lo scambio di buone pratiche su ruolo che lo sport svolge nei sistemi educativi e formativi può contribuire a promuovere l’inclusione sociale di chi è meno favorito e meno fortunato.

 

Ecco perché è necessario che l’educazione fisica e sportiva abbia, anche nella scuola, una funzione sempre più ampia. Una funzione nella quale la competizione assume un valore di formazione morale e sociale e diventa uno strumento di crescita individuale e collettiva, psicologica  e affettiva.

 

Ed attraverso l’educazione dello sport la scuola può stabilire un rapporto proficuo con il territorio e le sue tante risorse, valorizzando altre strutture educative esistenti e stipulando importanti intese con le associazioni delle famiglie, con gli enti e le organizzazioni sportive, con il primato sociale.

Abbiamo stipulato in questi ultimi due anni importanti intese con il CONI e con altri soggetti protagonisti con l’obiettivo fondamentale di praticare lo sport nelle scuole, anche come sistema di prevenzione del disagio.

 

Stiamo poi costruendo, al Miur, una banca dati on-line di tutte le iniziative che in tutte le scuole italiane, utilizzano lo sport per contrastare la dispersione scolastica, l’emarginazione sociale, le pratiche di doping e forme di violenza. Rafforzare la rete delle migliori esperienze in una progettualità organica e di qualità.

 

La mia vuole essere una riflessione su come la Legge delega 28 marzo 2003, n. 53, che riforma l’intero sistema di istruzione italiano, e tutti i documenti di lavoro che dopo di essa sono stati prodotti dal MIUR fanno riferimento ad una concezione complessa ed unitaria dell’uomo, sottolineando le dinamiche che esplorano i rapporti esistenti tra uomo, cultura e mondo. In questo senso, si avvalorano in maniera inedita il ruolo delle Scienze motorie e sportive nel complesso dell’educazione promossa dal e nel sistema educativo formale di istruzione e di formazione, proprio perché queste discipline mettono al centro delle loro preoccupazioni lo studio del corpo e della corporeità, nell’unità della persona umana e del suo multiforme rapporto col mondo. Nella riforma, inoltre, si sottolinea il ruolo delle Scienze motorie e sportive come parte ben connessa ed integrata ai processi culturali, educativi, didattici e organizzativi che caratterizzano l’intero processo riformatore. In essa si conferma il valore del corpo e del movimento ludico e sportivo non come qualcosa di aggiuntivo all’educazione di tutti i cittadini italiani, ma come una dimensione ad essa fortemente collegata; da testimoniare, pertanto, nelle pratiche personali e sociali come un elemento strategico per la qualità dell’istruzione e della formazione da assicurare obbligatoriamente a tutti i cittadini italiani, nella scuola dell’infanzia e, per successivi 12 anni di diritto-dovere, nelle scuole del primo e del secondo ciclo. La corporeità, infatti, e la sua espressione nell’unità della persona, nel mondo e con gli altri, gli oggetti di studio specifici delle Scienze motorie e sportive, sono ritenute, dalla riforma, una componente fondamentale per l’affermazione dell’identità personale, per lo sviluppo della capacità di progettare il futuro, per la qualità della convivenza civile, ossia per la capacità di vivere e di relazionarsi responsabilmente con gli altri, oltre che per il perfezionamento della moralità personale.

 

Lo sport educativo promosso dalla scuola è in grado di:

·        favorire la più ampia partecipazione degli studenti, riconoscendo le inclinazioni, le attitudini e le aspettative personali;

·        favorire la scelta di un’attività sportivo-motoria anche non codificata;

·        promuovere la partecipazione ad iniziative originali e non scolasticizzate;

·        incrementare la pratica ricreativa di un’attività da svolgere anche in ambiente naturale e per la quale valgano considerazioni riferite al patrimonio degli sport popolari e delle tradizioni folcloristiche.

 

L’aspetto determinante delle attività e degli ambiti riservati alla materia deriva dunque, oggi, soprattutto dalla necessità formativo-educativa di attribuire un forte significato ai processi di interazione fra i linguaggi della mente ed i linguaggi del corpo. Questo al fine di abbattere la tradizionale barriera fra i processi cognitivi ed emozioni e fare emergere un’idea di persona che consideri ogni allievo con “totalità antropologica”, da rispettare sempre e alla cui formazione e al cui equilibrio dinamico possano concorrere la componente logico-relazionale, quella affettivo-sociale e quella percettivo-motoria.

 

L’impegno assunto da questo Ministero è di rilanciare nella scuola il ruolo di questo insegnamento, anche in relazione alla sua trasversalità educativa; si sottolinea, inoltre, il valore espresso dalle esperienze che educano al mantenimento della salute e capaci di orientare le nuove generazioni allo sviluppo di corretti stili di vita. Le azioni in via di attuazione tengono conto del processo avviato dall’autonomia scolastica e si avvalgono delle capacità espresse da ciascuna istituzione scolastica nel:

-        delineare un’attenta analisi dei bisogni e delle risorse del territorio;

-        coagulare interessi e finanziamenti;

-        predisporre la più efficace regolamentazione, per consentire ai giovani l’accesso agli impianti sportivi;

-        formalizzare le collaborazioni con istituzioni, enti ed associazioni attraverso la stipula di protocolli, convenzioni e sponsorizzazioni.

 

La scuola dell’autonomia è dunque una scuola che si apre al territorio, ne recepisce i bisogni formativi e li trasforma in competenze. In questo quadro, l’educazione sportiva scolastica è un mezzo per:

-         prevenire il disagio e l’esclusione sociale;

-         sostenere l’inclusione degli immigrati;

-         favorire l’integrazione dei giovani con disabilità;

-         valorizzare le eccellenze;

-         contrastare l’ipocinesia e mantenere la salute e il benessere psico-fisico;

-         favorire l’incontro e il confronto famigliare;

-        realizzare esperienze con cui promuovere l’educazione alla convivenza civile (consulte studenti/forum genitori/associazioni insegnanti).

 

Le azioni avviate sono orientate al raggiungimento di obiettivi quali la diffusione dell’educazione psico-motoria nella scuola dell’infanzia, dell’attività ludico-motoria nelle classi iniziali del primo ciclo, dell’avviamento alla pratica motoria e sportiva nelle classi terminali del primo ciclo e nel secondo ciclo; promozione, conoscenza degli sport minori; individuazione e soddisfacimento dei bisogni formativi del personale docente.

Le iniziative istituzionale del Ministero si concentrano, quindi, nei seguenti progetti:

 

Giochi Sportivi Studenteschi

La nuova formula dello sport a scuola, anche per analogia con le simili iniziative europee, necessita che l’attività sportiva non sia occasione fortuita ma divenga reale diritto di ogni studente. A tale scopo, e al fine dell’arricchimento e dell’ampliamento dell’offerta formativa, si dà particolare rilievo all’organizzazione dei Giochi Sportivi Studenteschi, attraverso i quali contribuire a promuovere e diffondere le attività motorie e sportive. Inoltre, si intende procedere ad una revisione globale del loro piano di attuazione, al fine di sviluppare un nuovo modello organizzativo che possa garantire una adeguata partecipazione a tutti gli studenti, riservando una particolare attenzione alla pratica sportiva riferita ai giovani con disabilità.

 

Attività sportiva internazionale

Rappresenta il momento elettivo di educazione alla multicultura, alla convivenza civile ed all’integrazione di popoli con diverse tradizioni.

L’attività sportiva scolastica internazionale, regolamentate dalla Federazione internazionale dello sport scolastico (ISF), prevede la realizzazione di manifestazioni sportive studentesche nei vari Paesi europei, al fine di garantire l’incontro tra giovani di culture diverse e favorire un confronto sportivo fondato sui valori del fair play.

 

Associazionismo studentesco

La scuola, sensibile alle esigenze della società, dovrà sempre più estendere culturalmente i valori educativi contenuti nello sport, anche grazie all’apporto dell’associazionismo sportivo scolastico, che può contribuire a rendere ancora più efficace la sua azione, grazie al diretto coinvolgimento delle famiglie.

 

            Vorrei ribadire le azioni di supporto intraprese con Ministeri, Enti e Agenzie extrascolastiche:

 

-         Istituzione del Forum nazionale dei Genitori e degli Studenti,

-         protocollo con il Ministero dell’Ambiente e con il Ministero della Salute,

-        protocollo d’intesa con il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, le più importanti Federazioni sportive nazionale ed Enti di Promozione Sportiva,

-         convenzioni con ordini professionali (medici sportivi/psicologi/chinesiologi),

-        convenzioni con diverse associazioni professionali dei docenti di educazione fisica e sportiva.

 

Infine, mi piace ricordare come il MIUR guarda con favore a quei docenti di Scienze Motorie che fanno ricerca sull’attività fisico-motoria che ha una grande ricaduta sulla professionalità docente e sulla corretta formazione del giovane.

Gli obiettivi che ci siamo dati e che vogliamo raggiungere, richiedono la condivisione, l’impegno e la partecipazione di tutti.

 

Concludo con l’auspicio che per la scuola lo sport non sia soltanto una sfida alla formazione di campioni, ma un’occasione straordinaria per fornire a tutti i ragazzi e le ragazze occasioni di realizzazione, aldilà dei risultati e dei successi sportivi che potranno raggiungere.