IL CASTELLO DI MILAZZO:

tra le rocche di un monte e la grotta delle ninfe

Sulla terra cara agli dei, dove lo stesso Dio del Sole fece pascolare i suoi buoi; al di sopra di una Grotta chiamata delle Ninfe, là dove l’astuto Ulisse s’imbattè contro la furia del ciclope Polifemo, si erge maestoso il Castello di Milazzo.<?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" />

 

Ampia fortezza cinta da mura dall’incredibile estensione e strategica posizione, che han visto mille battaglie e mille dominazioni. Monumento nazionale che si estende per uno spazio di oltre  7 ettari di terreno, percorrendo i quali è ancora possibile sentirsi all’interno di un invalicabile muro.<?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" />

Le sue prime e rudimentali fortificazioni si fanno risalire all’epoca del neolitico (circa 6.000 anni fa), ma i primi a creare un modesto centro, da cui sarebbe poi venuta fuori una Acropoli, furono i colonizzatori greci nell’VIII-VII sec a.C.

Più tardi la dominazione romano-bizantina diede vita al vero e proprio “Castrum”, la fortezza.

Anni dopo, nell’843, ponendo fine all’Impero Romano d’Oriente in Sicilia, gli arabi, sulle rovine delle precedenti costruzioni, innalzarono un fortilizio e sfruttarono la posizione favorevole del luogo per i loro scambi ed il commercio.

Non terminano qui le dominazioni di questo tanto agognato territorio che si vide, anni dopo, sotto un governo Normanno e successivamente Svevo. Federico II ordinò la costruzione dell’ancora presente mastio, il cui impianto difensivo venne successivamente adeguato dagli aragonesi alle moderne tecniche militari che prevedevano l’uso della polvere da sparo, delle balestriere e di innovate artiglierie.<?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" />

Attorno al mastio, una cittadella, nucleo abitativo e culturale che ospitò gli abitanti della vecchia Milazzo. Oltre alla popolazione il piazzale della cittadella fu ed è abitato da altri importanti simboli cittadini come il Duomo Antico, il Palazzo dei Giurati e tante altre chiesette i cui resti non sono ancora stati rinvenuti.

La struttura di quest’opera, che si conserva ancora con tutta la sua grandezza, non ha un perimetro regolare nonostante la sua concezione sia in realtà simmetrica. Le mura possono definirsi opus rusticum, queste tendono però al perfezionamento nei cantonali delle torri. Tra le torri la più celebre è la “torre araba” o saracena, ammirando la quale si può concepire il metodo difensivo chiamato piombante, il quale prevedeva la colata dalla torre stessa di liquidi bollenti, con l’intento chiaro di intimidire il nemico. <?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" />

Questo ed altri elementi sono chiare prove del fatto che questo importante monumento, protagonista di molti eventi che hanno cambiato la storia, non ebbe mai una finalità residenziale, non è un castello di re e regine che pacificamente governano su un felice popolo, bensì un castello di prodi combattenti che difesero la loro terra.