Visita alla mostra su "Monet, la Senna, le ninfee"

Domenica 13 febbraio un gruppo di volontari dell’associazione culturale Nuova Acropoli è partito alla volta di Brescia per visitare la mostra: Monet la senna, le ninfee. Il grande fiume e il nuovo secolo, allestita all’interno del complesso di Santa Giulia.

La mostra si snodava in otto sezioni ripercorrendo geograficamente e cronologicamente il percorso di un gruppo di pittori che ha descritto al meglio il proprio tempo, l’uomo nelle sue attività, il progresso e la natura nelle sue innumerevoli sfaccettature. Abbiamo potuto ammirare tele dipinte con soggetti semplici, talvolta ridipinte ossessivamente per comunicare come l’impressione di un soggetto possa variare al variare minimo della luce. Per impressione si intende registrare un paesaggio, un soggetto, come esso esiste nell'istante.

La produzione di Monet, insieme a Sisley, Renoir, Pisarro e Caillebotte si snoda lungo quasi solo un ventennio dell’ottocento francese e pur non essendo stata apprezzata dai contemporanei attira ancora oggi tantissimi visitatori. Il fatto che i dipinti esposti alla mostra derivino dai più grandi e celebri musei del mondo ne è la conferma.

La mostra era arricchita da una ricostruzione del bateau-atelier, dal quale Monet dipingeva a partire dal 1872 e da un plastico che riproduceva la tenuta dove Monet andò ad abitare superati i problemi economici e dove dipinse alacremente durante gli ultimi anni della sua vita.

Come ricorda il titolo stesso della mostra gran parte della produzione impressionista è legato all’elemento acqua, in tutte le sue forme “liquide” in questa mostra e sotto forma di neve nella mostra in corso a Torino. Monet ritrae l’acqua durante il corso della sua vita nelle diverse forme: il porto e il mare aperto con le mareggiate da Le Havre da bambino e adolescente, ripresa poi durante alcuni viaggi anche in Liguria, poi la Senna in città, a Parigi, poi attraverso cittadine e campagna, poi abbandona il distacco dall’acqua vista dalla riva con il bateau atelier, da quale dipinge l’acqua dentro l’acqua; poi il laghetto vivo dove i parigini prendono i primi contatti con sport acquatici, le regate, i canottieri; poi di nuovo il fiume per poi finire con lo stabilirsi a Giverny far costruire un laghetto artificiale di acque più placide dove dipingerne la vita che ne nasce fino poi ad approdare nuovamente a terra, con uno sguardo verso l’alto rappresentato dalle forme ormai dissolte dei glicini, che concludono la mostra e il percorso attraverso la storia degli impressionisti che partendo dai precursori Corot e Daubigny giungono alla produzione di un Monet ormai ottantenne.

Dentro e fuori il museo abbiamo potuto ammirare numerose opere d’arte e tracce di civiltà e cultura che dopo moltissimi anni sono ancora qui a ricordarci come un espressione artistica possa lasciare tracce apprezzabili a testimonianza di un epoca o di un ideale realmente sentito, vissuto ed espresso in qualsivoglia forma che sopravvive al passare del tempo. Lo stesso complesso di Santa Giulia ne è un indescrivibile esempio.