La Sacra Sindone

L’Aquila – 23 Marzo 2007

Sala delle Conferenze di Nuova Acropoli

Nuova Acropoli – L’Aquila ha organizzato un incontro sulla Sindone invitando il Dott. Antonio Menna del Centro Studi Sindone di Roma.

Il professore ha coinvolto i numerosi partecipanti in un percorso storico – religioso – scientifico sul prezioso telo che ha suscitato molte domande.

 

Come tutti sappiamo la Sindone, oggi conservata a Torino, è un telo di lino tessuto a spina di pesce o a spiga, sul quale è impressa l’impronta di un uomo.

 

La Tradizione afferma che quest’uomo è Gesù Cristo, ma non vi sono documenti anteriori al XIV secolo che lo testimoniano.

 

Il dott. Menna ha approfondito tale questione riferendo i molti studi scientifici eseguiti sul lenzuolo.

Il più significativo è il metodo del carbonio 14 che fa risalire la Sindone al medioevo.

Questo metodo può essere confutato in quanto il tessuto di lino non era puro ed inoltre ha subito danni in seguito all’incendio della Chiesa di Chambéry  dove la Sindone rimase fino al 1578.

 

<font face="Times New Roman" size="3">Lo studioso ha esposto un interessante <b>parallelismo tra la storia e ciò che viene riportato dai Vangeli</b>, sottolineando i molti punti di incontro che sostengono la tesi che il Gesù dei Vangeli e l’uomo della Sindone sia la stessa persona:</font>

 

  • sul telo sono presenti segni di ferite inferte da un flagello, oggetto di punizione tipico dell’età romana riservato agli schiavi e a coloro che non erano cittadini romani;

 

  • l’uomo avvolto dal lenzuolo funerario mostra ferite attorno al capo prodotto da un oggetto appuntito;

 

  • l’uomo della Sindone è morto per crocifissione con i piedi e i polsi trafitti da chiodi. Uno degli aspetti che il dott. Menna ha sottolineato è che manca l’impronta del pollice perché, secondo studi recenti, il chiodo penetrando nel polso lede il nervo mediano, così il pollice si ritrae all’interno del palmo in modo da non lasciare segni. Invece nell’iconografia tradizionale del crocifisso il chiodo è sempre posto nel palmo della mano e un eventuale falsario medievale avrebbe realizzato un’impronta di tutte e cinque le dita;

 

  • in base alla legge romana un condannato alla crocifissione non veniva sepolto secondo i normali usi, ma il cadavere poteva essere concesso ai parenti.  Nel Vangelo di Luca si legge “Giuseppe…di Arimatea…si presentò    a Pilato e chiese il corpo di Gesù…lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba…”.

Questi sono alcuni degli aspetti raccontati dallo studioso che hanno affascinato il numeroso pubblico, anche se la Sindone rimane tutt’oggi un mistero.

 

Questa iniziata è stata organizzata da Nuova Acropoli con lo stesso spirito che da 50 anni muove nel mondo le sue tante proposte per una cultura attività: l’amore per la conoscenza di se stessi, dell'uomo e della natura