“C’era una volta la Città Eterna. Roma”

<font size="2">È stato un incontro culturale fuori dal comune quello proposto da Nuova Acropoli, venerdì 28 settembre alla biblioteca comunale di Floridia.</font>

<font size="2">Vi state chiedendo perché fuori dal comune?</font>

<font size="2">Immaginate di sedere tra il pubblico insieme a grandi uomini come Marco Aurelio, Seneca, Epitteto e i loro discepoli.</font>

<font size="2">No, non è uno scherzo! Quel venerdì sera, nella sala conferenze della biblioteca comunale di Floridia, i fortunati spettatori hanno potuto compiere un vero e proprio viaggio nel passato accompagnati dalle riflessioni di quei grandi filosofi romani che fecero la storia della grande Roma, conosciuta oggi come&nbsp;la Città Eterna.</font>

 

<font size="2">Cosa era Roma? Cos’era la civiltà romana? Cosa motivava quegli uomini dalle grandi e valorose azioni a dare la vita per l’Urbe? Perché i romani sono passati alla storia per il loro valore, le loro virtù, la maestosità dei loro edifici e quant’altro ce li fa apparire così grandi? Cosa voleva dire Roma per i Romani?</font>

<font size="2">Come chiamato in causa dal curioso relatore, la statua del grande imperatore Marco Aurelio posta in Campidoglio, che ogni giorno vede Roma addormentarsi e risvegliarsi davanti ai suoi occhi, riprende vita e risponde a questi interrogativi.</font>

 

<font size="2"><em>“…Sei un sogno, lo sei sempre stata per tanti di noi, il sogno di unire più genti sotto uno stesso diritto, una stessa lingua…In quanto imperatore la mia patria è Roma, ma in quanto uomo, Marco Aurelio, la mia patria è il Cosmo…”</em></font>

<font size="2">Dunque l’Urbe, per l’imperatore-filosofo Marco Aurelio, era vivere un destino comune di fratellanza, era sentirsi cittadino del Mondo, era un Ideale di Unione per il quale combattere e morire anche per uno come lui che, nonostante fosse di carattere&nbsp; mite e molto dedito agli studi, non si sottraesse mai al suo dovere di comandante e combatté sempre al fianco dei suoi generali.</font>

 

<font size="2">Purtroppo non tutti i filosofi raccolsero una grande quantità di consensi nella loro epoca. Nonostante la grandezza dei loro insegnamenti e delle loro azioni alcuni di loro furono considerati nemici e dei veri e propri pericoli per l’impero perchè si pensava che andassero contro corrente. Questa fu la sorte del nobile Seneca e dello schiavo Epitteto.</font>

 

<font size="2"><em>“…Conobbi l’esilio, con Caligola, otto anni di vita triste e solitaria in Corsica…Insegnai a Nerone ad essere un sovrano clemente, cercando di controllare l’ira e l’odio…Ma dopo un tentativo di avvelenamento nei miei confronti mi ritirai a vita privata…e nonostante avessi abbandonato la vita politica fui condannato a morte. Mi tagliai le vene e bevvi la cicuta come aiuto a morire…”</em></font>

 

<font size="2">Ascoltando per bocca di Seneca queste parole, probabilmente ci verrebbe da dire che la sua fu una vita triste e ingiusta. Ma non è così, dai suoi insegnamenti apprendiamo che egli la affrontò con dignità e con grande fiducia nei confronti del Destino. Infatti, l’ultima sua prova , lo vide togliersi la vita a 61 anni senza paura.</font>

<font size="2">Analoga fu la vita dello schiavo Epitteto che probabilmente mosso dalla stessa fiducia negli Dei, parlando di se stesso dice:</font>

 

<font size="2"><em>“Filosofo schiavo, si dice anche maltrattato, e poi anche esiliato! Però non sapete quanto felice! Tanto! E perché? Perché ho imparato ad affrontare la vita con serenità. Grazie alla filosofia ho appreso a non incolpare nessuno delle mie disgrazie...Non dobbiamo adoperarci perché gli avvenimenti seguano il nostro desiderio, ma desiderarli così come avvengono e la nostra vita scorrerà serena…”</em></font>

 

 

<font size="2">&nbsp;È evidente che, nonostante noi spesso ci riteniamo tanto diversi fisicamente, psicologicamente e mentalmente da quegli uomini antichi, da loro abbiamo molto da imparare. Infatti sebbene i loro insegnamenti risalgano ad un passato molto lontano non è detto che non siano validi per il mondo attuale e che non possano darci dei validi consigli per affrontare coraggiosamente e dignitosamente le avversità della vita.</font>