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La filosofia intesa come amore per la conoscenza ci insegna che la Storia è patrimonio di tutta l’umanità e ci aiuta a capire che la vita individuale e collettiva trascorre attraverso il tempo. Questo significa amare la conoscenza che essa racchiude, conoscere i fenomeni che si sviluppano attraverso il tempo, in sintesi voler sapere cosa è successo all’umanità attraverso il tempo.
Possiamo per questo definire la Storia come memoria dell’umanità e per lo stesso motivo gli antichi romani la definivano Maestra di Vita, una serie di scenari differenti di cui spesso ci sfuggono le finalità, che però capiamo quando le azioni si compiono e danno vita a degli effetti. Il contatto con il tempo e con la storia fanno emergere la coscienza. La storia ci parla di guerre, di amore, odio, infermità, crimini, di nascita, crescita, morte di civiltà di popoli.
L’incontro con la storia ci trasforma perché ci permette di entrare in relazione con il passato per capire da dove veniamo, con il presente per capire chi siamo e qual è il nostro ruolo nella vita, nella società, con il futuro per capire cosa dovremo fare.
La storia ci permette di capire che l’uomo di oggi non è un essere separato dall’uomo di ieri o di domani, perché il presente è il risultato del passato e il futuro del presente. Tutto questo è molto naturale perché si riferisce a una delle tante leggi della Natura, la legge di causa ed effetto o se si preferisce di azione e reazione. Esiste un detto popolare che dice chi semina raccoglie, questo significa che ciò che ognuno di noi semina raccoglie e se abbiamo seminato grano raccoglieremo grano e non mais e da questo verrà fuori un tipo di farina e non un’altra.
La storia quindi è come un filo invisibile ad occhio nudo che unisce l’umanità e aiuta l’uomo ad evolversi ad ampliare la propria coscienza. Chi infatti studia la storia, o l’attento osservatore, sa riconoscere le cause e gli effetti. Non distribuisce colpe o meriti ma ciò che cerca di fare è tirar fuori qualcosa di valido dall’esperienza vissuta anche se non in modo diretto ma raccogliendone gli effetti.
E’ naturale fare degli errori quando si fa storia, cioè quando si agisce, ma ciò che è importante non è recriminare, rinnegare ma correggere, recuperare, rinnovare ogni esperienza storica.
Come dicevamo prima l’uomo tende a rinnegare il passato, a dimenticarlo, ad ignorarlo. Un esempio di ciò è la distruzione di statue, opere artistiche e letterarie, per annullare una parte della storia che ci appartiene, anche se il suo ricordo in alcuni casi causa dolore.
Il saggio orientale Buddha affermava che il dolore è veicolo di coscienza. E' il dolore che ci fa porre domande. Se mi pongo una domanda devo cercare una risposta, capire la causa di questo dolore e superarla.
Con la caduta dei regimi per esempio le statue che rappresentavano i dittatori vennero abbattute come a voler cancellare quel periodo storico. Non è cancellando che si fa storia, né recriminando, ma ricordando, migliorando, affermando ciò che di valido c’è stato, impegnandosi a non ripetere lo stesso errore.
Se il passato è la memoria dell’umanità, il futuro è il risultato dell’esperienza assimilata. Quando condanniamo le guerre e i crimini del passato e continuiamo con le guerre e i crimini, cadiamo in contraddizione. Manca la coscienza storica, manca l’esperienza assimilata.
Nuova Acropoli si definisce una Scuola di Filosofia alla maniera classica che è differente da una scuola di filosofia classica.
Infatti ciò che Nuova Acropoli promuove e vive sono i valori del mondo classico e non il mondo classico. Per valori del mondo classico intendiamo quei valori che appartengono all’uomo di ogni tempo e luogo, come per esempio la dignità, la generosità, la tolleranza, l’eroicità intesa come capacità di non lasciarsi sopraffare dalle situazioni, ma di saper reagire con intelligenza e non con aggressività né con indifferenza.
Altro valore che incontriamo è l’azione, quella che mette in movimento la storia, attraverso un sano protagonismo.
Nuova Acropoli propone un volontariato operativo e culturale, con la finalità di essere utili dove necessita, ampliando la propria coscienza e non dando spazio alle lamentele e alle critiche. Propone un'azione costruttiva che insegni ad avere chiarezza del proprio essere volitivo e costruttivo, per essere migliore non a parole ma attraverso l’esempio del saper fare e del saper volere.
Questo è ciò che ci racconta la storia come memoria dell’umanità, ricordandoci che abbiamo il dovere morale di trasformarci in agenti della storia per un cammino di evoluzione individuale e sociale.
Un grande oratore romano di nome Cicerone diceva che tutti gli uomini, anche se differenti tra loro, hanno un destino comune: quello di evolversi e migliorarsi. Ecco perché la storia è Maestra di Vita, perché ci educa con il tesoro dell’esperienza. In noi sta la capacità di assimilarla per trasformarla in uno strumento valido.
Quando vengono riportati alla luce dei pezzi archeologici gioiamo ,quindi, non solo per il fatto che sono dei pezzi di valore sicuramente molto belli, ma sopratutto perché sono di aiuto ai nostri studiosi per ricostruire la storia. Contribuiscono così a far luce su molti punti oscuri o male interpretati per mancanza di fonti, aggiungendo un tassello in più alla storia della nostra umanità dandole una unità ed una direzione,senza separazioni tra popoli, ma seguendo il suo ciclo che costantemente si rinnova e apporta rinnovamento e chiarezza su ciò che l’uomo deve costruire.
L’uomo che fa storia è un uomo generoso, si mette al servizio dei suoi simili, e ciò che lo differenzia dal vivere in maniera anonima è il fatto che ha la consapevolezza di partecipare alla comunità, e che il suo intervento può contribuire al miglioramento della società, per i giovani e le generazioni future. Infatti l’uomo che consapevolmente fa storia sviluppa una capacità di previsione per il futuro, non restringe la visione del futuro alla sua propria vita, ma considera anche quella di chi lo circonda. Questo per esempio è quanto mi sono sempre chiesta: perché le opere che costruirono 2000 anni fa ci sono ancora e grazie all’archeologia le abbiamo recuperate, e per le nostre si prevede che non dureranno più di 200 o 300 anni. Stiamo agendo con previsione del futuro?
Dobbiamo essere intelligenti, generosi, tolleranti, attivi per fare storia, per tracciare un sentiero di crescita di tutta l’umanità.