Mostra “Lib(E)ri Tutti!” - Tolleranza

Helen Keller

Il più alto risultato dell’educazione è la tolleranza. Molto tempo fa gli uomini combatterono e morirono per la loro fede, ma c’è bisogno di anni per insegnare loro l’altro tipo di coraggio, - il coraggio di riconoscere le fedi dei loro fratelli ed i loro diritti di coscienza.

Helen Keller nasce negli Stati Uniti nel 1880. A diciannove mesi contrae una grave malattia che la rende per sempre cieca e sorda. Incapace di comunicare con gli altri, Helen cresce selvaggia ed isolata dal resto del mondo fino all’età di sei anni quando incontra Anne Mansfield Sullivan che viene assunta dalla famiglia come sua insegnante. Anne ottiene di vivere sola con la bambina e, con pazienza ed abnegazione, riesce a dialogare e ad educare Helen, rompendo per sempre il muro di incomunicabilità che la separa dal mondo.

“La tolleranza è il primo principio della comunità; è lo spirito che conserva il meglio del pensiero di tutti gli uomini. Nessuna perdita per alluvione o tempesta, nessuna distruzione di città e templi da parte di forze della natura, ha privato l’uomo di così tante nobili vite ed impulsi quanto coloro che hanno distrutto la propria tolleranza.”

Nel 1898, Helen entra nella Scuola per giovani dame di Cambridge dove, nel 1904, consegue la laurea in arte con lode. Anne Sullivan rimane per tutta la vita al fianco della sua allieva ed insieme promuovono e sostengono i diritti dei più deboli ed il miglioramento delle condizioni sociali degli emarginati.

Gli scritti della Keller sono un costante e poetico inno alla vita, in cui appare evidente la gioia di poter comunicare ed incoraggiare gli altri alla speranza.

“Provo ad accrescere il potere che Dio mi ha dato per vedere il Meglio in ogni cosa ed in ognuno, ed a fare di quel Meglio una parte della mia vita. Il mondo è disseminato di bene; ma se non trasformo i miei lieti pensieri in vita pratica e coltivo il mio campo, non posso raccogliere il seme del bene.”

Nel 1903 pubblica la sua autobiografia a cui seguirà una corposa produzione letteraria in cui traspare non solo l’impegno politico, ma anche il tentativo della scrittrice di condividere la sua esperienza affinché altri trovino la forza di uscire dall’isolamento e dalla disperazione.

“Se dovessi provare a dire in modo nuovo il credo dell’ottimista, direi qualcosa come questo: “Io credo in Dio, io credo nell’uomo, io credo nel potere dello spirito. Credo che sia un sacro dovere incoraggiare noi stessi e gli altri (…)”.Questi sono gli articoli della mia fede, e ce n’è ancora un altro dal quale tutto dipende – portare questa fede oltre ogni tempesta che la sommerga, e farne un caposaldo nelle sventure e nelle afflizioni.”

La storia di Helen Keller è un esempio concreto di come la solidarietà e l’altruismo possano migliorare il destino degli esseri umani e dare una finalità più elevata alle tante difficoltà della vita. La sua gioia nel dare e la maniera in cui ha cambiato il modo di pensare di un’intera società mostrano come sia possibile costruire un futuro migliore attraverso il senso di responsabilità e la condivisione delle esperienze.