Intervista a Borges, oltre i margini del possibile.

Poeta, viaggiatore, esoterista e scrittore, J. L. Borges scrive un’altra pagina della sua storia lasciando un ricordo sensibile nella nostra memoria. Uno stratagemma, un’intervista impossibile con un sapiente del passato, rievocato nella realtà dei nostri giorni attraverso un adattamento della sua produzione letteraria e poetica nella cornice elegante e informale dal Bistrot della Feltrinelli di Catania.
È così che Nuova Acropoli Catania ha dato l’opportunità, a chi aveva orecchie per intendere, di vivere un incontro oltre i confini del reale con un uomo che ha segnato un periodo culturale di grande fermento nel Novecento. Ispirati dall’Anno della Lettura, l’evento è stato il secondo del ciclo di tre incontri, “Un tè con filosofia”, che mira alla riscoperta di tre grandi pensatori della storia recente: Hermann Hesse, Jorge Luis Borges e Tiziano Terzani.

La conferenza, tenutasi il 9 ottobre, si è svolta presentando lo scrittore argentino all’uditorio attraverso una rievocazione della sua biografia e dei contenuti più pregnanti delle sue opere.
Si è trattato di un’ intervista impossibile, costruita sull’ adattamento teatrale che ha visto interagire il giornalista e lo studioso attraverso domande e risposte sui temi più cari al poeta, con l’aggiunta di quattro reading musicali dei suoi versi, accompagnati dalla chitarra classica, in una forma consueta della tradizione argentina.

Molteplici sono state le suggestioni e gli argomenti toccati. “L’ altro” ovvero la concezione di Borges del dualismo tra spirito e persona, l’estasi come esperienza del divino, la transitorietà e l’immortalità, l’ombra, l’equilibrio degli opposti nell’Universo, il tempo e l’eternità, le religioni come sentieri che portano l’uomo al divino, l’etica e la felicità, la cecità che poco a poco portò lo scrittore a vedere il mondo solo grazie ai suoi ricordi.
L’intento che ha mosso l’evento è quello di risvegliare l’attenzione e il pensiero di chi ascolta verso tematiche che portino a confrontarsi con il senso profondo dell’esistenza, offrendo spunti di riflessione e incentivando la motivazione alla ricerca interiore, che si concretizza in una visione della realtà più consapevole e affrancata dal materialismo dominante.
“Un tè con filosofia” ha riscosso consenso ed una buona partecipazione di pubblico.
Nell’auspicio degli organizzatori vuole essere non solo un omaggio ad un grande esponente della cultura del passato, ma anche un contributo alla crescita di una nuova sensibilità sociale e culturale nel contesto del capoluogo etneo.

Di seguito presentiamo un breve estratto della performance teatrale tratto dalla produzione poetica di Borges:

“Se noi siamo magnanimi, se inoltre siamo intelligenti, se siamo lucidi, allora stiamo dando il nostro contributo a costruire Dio. In ognuno di noi vi è una particella di divinità. Questo mondo, lo ripeto, non può essere l'opera di un Dio onnipotente e giusto, ma dipende da noi. (…) Ho espresso tutto questo in alcuni versi. Proverò a recitarveli. Il titolo è: I GIUSTI”

LOS JUSTOS (I GIUSTI)

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere un'etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore ed una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.