Con Nuova Acropoli: Uniti nella Diversità. Religioni per l’Uomo o l’uomo per le Religioni?

Festival della Filosofia a Catania

E se le religioni dell’uomo fossero semplicemente dei Fiumi diretti verso un unico Mare? Potrebbero gli uomini, appartenenti alle acque di questi Fiumi, rintracciare la radice comune in ognuno di essi e sentirsi Umanamente Connessi nella condivisione di valori e ideali comuni?
Queste le domande che Nuova Acropoli ha girato agli esponenti delle tre religioni monoteiste più diffuse: Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo, nelle persone del Rabbino Di Mauro della Sinagoga di Siracusa, di Padre Resca della Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Catania e dell’Imam Mufid Abu Touq della Moschea di Catania, durante l’incontro del giorno 17 Novembre.

Il Centro Culturale “Le Ciminiere” del capoluogo etneo, in occasione della IV Edizione del Festival della Filosofia, è stato il punto d’incontro dove le tre Guide Spirituali si sono confrontate sulle questioni lasciate aperte da Nuova Acropoli e a cui ha voluto dare una risposta filosofica anche la Responsabile della filiale di Catania Manuela Di Paola.

Padre Resca ha sottolineato come le religioni siano state nella storia passata e recente causa di separazione per gli uomini, anche se il messaggio del Cristo è rivolto ad una umanità che si trova accomunata nell’esperienza della vita. Nel rapporto con il prossimo, oggi come ai tempi di Gesù, non si dovrebbe badare a differenze di credo nel momento in cui occorre offrire un aiuto concreto.

Un concetto analogo è stato sottolineato dal Rabbino Di Mauro all’inizio del suo intervento: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Un messaggio biblico senza tempo che parla al cuore dell’uomo e lo invita a riconoscersi fratello di ogni altro uomo.

L’Imam Mufid, invece, ha iniziato il suo intervento con il saluto rituale che i fedeli dell’Islam si scambiano gli uni con gli altri, un saluto che è un augurio di pace ed un’invocazione della benedizione di Dio per l’altro.

L’intervento di Manuela Di Paola, improntato su una visione laica della vita spirituale, è stato caratterizzato dal racconto dell’antica parabola dei tre anelli ripresa da Lessing, la cui allegoria mirava a dimostrare che essere portatori di valore e di virtù non dipende dalla affiliazione ad un credo o dal possesso di oggetti sacri o di potere, ma dall’impegno che la vita dell’anima richiede, che si esprime nel lavoro e nello sforzo quotidiano, nell’applicazione pratica della virtù, obiettivo questo che è la realizzazione più grande nella vita umana.

La connessione cui devono mirare gli uomini non è infatti omologante ma piuttosto deve trovare la sua fonte di arricchimento nella diversità, sorgente di stimolo e crescita per ciascun individuo. In questa diversità vi sono dei punti cardine che, se riconosciuti e condivisi da tutti, in quanto patrimonio dell’Uomo, possono portare all’Evoluzione Individuale e Comunitaria.  Del resto molti sono i Fiumi che portano al Mare, diversissimi e tortuosi i loro percorsi, ma unica l’acqua che li alimenta e li sostiene.