<font face="Times New Roman" size="3"><b>Un tè con...Platone</b></font>

<font face="Times New Roman" size="3">7 novembre 2006</font>

 

 

<font face="Times New Roman" size="3">Nel nostro viaggio attraverso il tempo e le civiltà, <b>per festeggiare il 21 novembre&nbsp;proclamato dall'UNESCO&nbsp;Giornata Mondiale della Filosofia</b>,&nbsp;ci siamo fermati nella Grecia del V sec. a. C. per la seconda tappa, a prendere un tè con Platone.</font>

 

Il più grande discepolo di Socrate, filosofo, politico e atleta.

 

Non si dedicò mai alla vita politica della sua città per gravi avvenimenti  tra i quali l’arresto e la condanna a morte di Socrate che lo costrinsero a fuggire da Atene e rifugiarsi a Megara.

Successivamente viaggiò molto, visitando l’Egitto, la Libia e l’Italia. Giunto per tre volte sulle coste siracusane cercò di porre le basi del suo stato ideale in cui la filosofia ha un'influenza pedagogica sul governo politico della città. Venne sempre ostacolato fino a rischiare la vita.

Tornato ad Atene, dopo il primo viaggio, fondò l’Accademia, la sua Scuola di Filosofia.

Durante l’incontro, mentre si sorseggiava del tè, ci siamo addentrati nel suo pensiero attraverso la lettura animata di uno dei miti presenti ne La Repubblica (opera scritta nel 390 a.C.): Il mito della caverna.

E’ stato un viaggio alla scoperta dell’uomo e del suo destino.

Immaginiamo una caverna profonda e buia sul cui fondo ci sono uomini con le gambe ed il collo incatenati in modo da poter guardare solo verso il fondo dell’antro. Fuori della caverna c'è un muro dietro il quale transitano persone che portano oggetti sulla testa. Poi c'è un gran fuoco che proietta le ombre di ciò che accade al di là del muro sul fondo della caverna.

Se uno degli uomini riuscisse a liberarsi a fatica comincerebbe a vedere fuori gli oggetti reali e non più le loro ombre.

Abituato al buio sarà infastidito dalla luce, ma col tempo la sua vista si abituerà e osserverà gli uomini, la natura, le stelle e persino il sole.

Egli da un lato vorrebbe rimanere all'aperto, dall'altro sente il dovere di comunicare la sua scoperta agli altri uomini incatenati. Quando decide di tornare nella caverna e racconta la realtà che ha visto gli amici lo deridono.

 

La caverna è il mondo in cui viviamo: l'uomo che si è liberato dalle catene ha conosciuto se stesso, gli altri, la Natura, l'essenza delle cose.

 

E' Filosofo (philo - sophos: amore per la conoscenza in greco).

In questo senso, tutti noi possiamo essere filosofi.

Questa sete di conoscenza non è intellettuale, è pratica: il filosofo si è tolto le catene e con lo sforzo è uscito dalla caverna. Per fare ciò bisogna agire e fare delle scelte, per questo si parla di Filosofia di Vita.

 

E' anche  Politico, perché torna indietro per aiutare i suoi simili a liberarsi dalle catene della conoscenza illusoria del mondo sensibile.

 

 

 

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