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Confucio

“Amare la virtù dell’umanità senza amare lo studio fa cadere nella stoltezza. Amare la sapienza senza amare lo studio fa cadere nell’errore. […] Amare la rettitudine senza amare lo studio fa cadere nell’intolleranza.”

“L’umanità (intesa come qualità dell’anima, ndr) consiste nello studio esteso e nella determinazione sincera, nell’essere pronti a domandare e nel riflettere su ciò che è a portata di mano.”

Kung-Fu-Tsé o Maestro Kung, conosciuto in Occidente con il nome Confucio, nasce nello Stato di Lu, in Cina nel 551 a.C.. Di origini aristocratiche, Confucio è educato alle “sei arti” rappresentate da riti, musica, calligrafia, matematica, tiro con l’arco e guida dei carri ed entra giovanissimo a far parte dell’amministrazione pubblica del principato.

Attraverso l’esempio e la trasmissione degli insegnamenti, il filosofo cinese traccia una rotta ben precisa non solo per il suo tempo ma per l’uomo di sempre.

“E’ lontana la virtù dall’umanità? Essa c’è già se la si desidera.”

La filosofia confuciana si basa su un ordine sociale incentrato sui valori morali e basato sullo sviluppo delle potenzialità individuali con lo scopo di eliminare ogni distinzione tra l’Etica del singolo e la Politica. La prima, infatti, rappresenta lo strumento che permette all’uomo di plasmare dentro di se il Bene e la Giustizia e la seconda altro non è che la conseguenza benefica di questo sforzo.

“Se uno corregge se stesso, che difficoltà avrà a partecipare al governo? Chi non è in grado di correggere se stesso, come farà a correggere gli altri?”

La cultura e la riflessione, intese anche come scoperta delle proprie radici e tradizioni, sono fondamentali nel percorso di educazione dell’uomo e completano l’individuo, dando finalità ai suoi atti.  L’essere umano, in questo modo, è consapevole del proprio ruolo sociale e diventa promotore, con il proprio stile di vita, di norme comportamentali basate sul senso di giustizia e sulle virtù morali.

Nel quadro generale di responsabilità un ruolo da protagonista lo svolge il saggio, fautore e realizzatore dell’ideale del buon governo. L’uomo saggio collabora all’ordine sociale attraverso l’esempio e le sue parole si limitano a rifletterne una pratica costante di vita. Né l’amicizia, né la lealtà verso il sovrano lo distoglieranno dalla rettitudine; in quanto al popolo, il suo dovere consiste nel creare le condizioni opportune per la sopravvivenza fisica, per l’educazione e per la crescita individuale.

“L’uomo superiore aiuta gli altri a contemplare ciò che è buono in loro e non ciò che è cattivo. Il contrario fa l’uomo dappoco.”

Bibliografia:

·        Confucio, Massime, Newton, Milano, 2005.