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CONVEGNO
“FILOSOFIA PER VIVERE”
Con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali, della Provincia di Roma,
del Comune di Roma, del I° Municipio
I Sessione – Martedì 27 marzo 2007 ore 17:00
FILOSOFIA: RICERCA ED EDUCAZIONE
Moderatrice: Maria Sole Pomara
Benvenuti al primo appuntamento di stasera, possibile anche grazie alla ospitalità del Sindaco di Roma Walter Veltroni, che ringraziamo per questa bellissima sala che ci vede qui riuniti, per la prima sessione del Convegno Filosofia per Vivere e domani al Museo di Roma in Trastevere per la seconda.
Appuntamento che si è potuto realizzare soprattutto per la presenza di relatori che, sia quelli di stasera, che quelli di domani, sono venuti come è nello spirito di Nuova Acropoli in forma volontaria, in forma gratuita, alcuni come colui che mi siede a fianco, il prof. Carandini, cercando anche di avere il dono della ubiquità, per non mancare alla parola data, gesto che apprezziamo enormemente.

Per il tema di stasera Filosofia: Ricerca ed Educazione abbiamo voluto tre educatori con reale vocazione pedagogica: il prof. Andrea Carandini, la prof.ssa Simona Gasparetti Landolfi e la direttrice di Nuova Acropoli di Roma Giulia Cardinale.
Non sono opinionisti, non amano parlare, anche se sanno parlare, soprattutto amano lavorare, agire, trasmettere, vivere per quello in cui credono e perseguono. Per questo parlavo di reale vocazione pedagogica; se avessi insegnanti di tale stoffa non avremmo tanti problemi di “bullismo” nelle nostre scuole oggigiorno.
Abbiamo chiesto loro di portarci l’esperienza vissuta in prima persona, che è esperienza di decenni, nella trasmissione di questi valori filosofici che permettono una ricerca autentica e libera.
L’immagine che abbiamo scelto per il depliant, è questo bellissimo fiore che si apre e che ci ricorda la Primavera, la nascita, il rinnovamento continuo in natura, la forza della vita costante, la gioventù interiore, che è lo spirito filosofico. È questa apertura di cuore e di mente che ci permette di abbracciare con le mille braccia della nostra anima la natura e l’umanità intera, come dicono i buddisti apri la tua anima come il fiore apre la sua corolla al sole mattutino.
Filosofia intesa non come una materia ma un’attitudine, una capacità di rinnovamento, uno stile di vita, per questo Nuova Acropoli propone da anni corsi di Filosofia attiva comparata d’Oriente e d’Occidente, dove si scopre che la Filosofia non è nata in Grecia ma appartiene all’Uomo da sempre, dal primo uomo che si è chiesto chi sono? Perché sono? Da dove vengo? Verso dove vado?
Ed è questo il motivo per cui abbiamo voluto il prof. Carandini: lui era un po’ titubante in realtà, come insegnante di Storia ed archeologo, ma per noi di Nuova Acropoli, essere filosofo è essere idealista, è sapersi mettere in discussione, è non fermarsi davanti alle apparenze, è scavare in profondità, come ha fatto lui per 20 anni al Palatino, è comprendere gli insegnamenti degli antichi, trovarne un’applicazione pratica per i giovani di oggi ed una proiezione per il futuro, è realizzare una ricerca autentica e a volte, se necessario, anche controcorrente, con fermezza, con serietà, con profondità, ma anche con tanta gentilezza interiore, con allegria, con gioventù, con umanità!
Questi sono i motivi filosofici per cui abbiamo invitato il prof. Carandini, a cui dò subito la parola.
“Il valore educativo dei miti e delle leggende”: Andrea Carandini, direttore degli scavi sul Palatino, professore di Archeologia e Storia greca e romana presso l’Università La Sapienza di Roma
Come è stato ricordato io non sono un filosofo e non saprei trattare professionalmente di filosofia, ma se intendiamo la filosofia in un senso più ampio, come qui mi pare si voglia trattare, e soprattutto se si mette questa astrusa parola in rapporto con la vita, allora qualche cosa da dire mi è venuto in mente.
La cosa che vi vorrei trasmettere, e che poi è un po’ un insegnamento che io ho dato a me stesso nel corso della vita, è un segreto (anche se poi non lo è perché è inscritto nella cultura dell’umanità) e cioè che alle origini, alle nostre origini, nell’VIII secolo a.C., quando comincia il nostro modo di vivere in una città, in uno Stato, secondo certi ordinamenti, che è un po’ il modo ancora attuale nostro di vivere (noi infatti non viviamo in una tribù viviamo in una città, in uno Stato e secondo una certa Costituzione) in quel tempo, che noi non possiamo rimpiangere, ma che è esistito, la Filosofia non esisteva, cioè l’uomo prendeva coscienza di se stesso e delle comunità in cui viveva in un sistema organico e integrale, integrale nel senso che non era specializzato.
In fondo la Filosofia è una forma di pensiero speciale che è, per esempio, diverso dal pensiero religioso. Invece, il pensiero razionale ed il pensiero sacrale nell’VIII secolo a.C. erano un’unica cosa, infatti, se leggiamo l’Iliade e l’Odissea da una parte e dall’altra la trama della leggenda di Roma, che sono realtà contemporanee, vediamo che questa presa di coscienza dei greci e dei romani è una presa di coscienza che ha del razionale e ha anche del non razionale.
Ha del razionale perché si raccontano cose anche molto umane (Ulisse che torna e viene riconosciuto dalla nutrice, e dalla moglie fedele) che noi possiamo capire e che potrebbero avvenire anche oggi, ma dall’altra c’è l’intervento degli dei, ci sono i miti, e tutto è come immerso in un mare mitico, in un racconto che noi non capiamo bene, se è vero o falso. (continua)

“Filosofia in azione: Nuova Acropoli ed il volontariato”: Giulia Cardinale Direttrice di Nuova Acropoli Roma
Buonasera e benvenuti a questa 1° sessione del convegno “Filosofia per vivere”, dove insieme rifletteremo sull’apporto pratico della Filosofia nella vita individuale e sociale, ossia se la Filosofia ci educa alla vita.
La mia presenza qui questa sera, come voce che rappresenta Nuova Acropoli, associazione di cultura e di volontariato, vuole dare una risposta affermativa alla domanda iniziale, cioè che è vero che la filosofia migliora la qualità individuale e collettiva della vita, quando lascia di essere una speculazione meramente intellettuale fine a se stessa e si mette in azione, quando viviamo ciò che impariamo, ed impariamo da ciò che viviamo, ossia dall’esperienza.
Nuova Acropoli attraverso il volontariato culturale, ambientale, sociale, attraverso i corsi sul pensiero comparato d’Oriente e d’Occidente, e i corsi di formazione all’Etica del Volontariato unisce due concetti: ottimismo e filosofia, che nel tempo hanno perso il loro profondo significato, arrivando a una separazione e mantenendo in contrapposizione questi due concetti.
Oggi pensiamo infatti che essere ottimisti significhi fare buon viso alla cattiva sorte, ma in che modo?
Facendo finta di non vedere o sorridendo comunque vadano le cose?
Quando, invece, parliamo di filosofia immaginiamo un sistema complesso, oscuro, ingarbugliato di pensiero che porta alla perdita del sapore della vita, ed il filosofo lo immaginiamo come una figura spaventosa, torvo, con lo sguardo sfuggente.
Ma che cos’è realmente la Filosofia? (continua)
Moderatrice: Maria Sole Pomara
L’incontro con la prof.ssa Gasparetti Landolfi è stato casuale, ma la Filosofia insegna che il caso non esiste, e qualche mese fa, tra vari libri di Filosofia, ne ho preso a caso uno e aprendolo mi sono trovata all’inizio di un articolo scritto da lei, con un titolo curioso "La Bottega del filosofo ovvero del contagio amoroso”, ed è vero che la Filosofia è un contagio amoroso.
Il dèmone umano ovvero Filosofia per vivere “I giovani e la Filosofia”: Simona Gasparetti Landolfi, prof.ssa di Filosofia presso l’Università di Roma Tre
Vorrei esprimere anzitutto la mia gratitudine agli amici di Nuova Acropoli per avermi invitata a partecipare a quest’incontro, nel quale ci interroghiamo sul significato del Filosofia nella formazione dei giovani, sul suo ruolo nel nostro tempo e nell’immaginazione del futuro.
Questo tempo nostro si mostra molto spesso inospitale per il discorso filosofico, mi pare tuttavia che esprima anche un bisogno vasto e radicato di Filosofia, un’esigenza consapevole di ascoltarne la parola e di tradurre questa parola in una prassi virtuosa all’interno della comunità.
Infatti, proprio nello spirito distratto e disperso dell’epoca in cui viviamo, che inclina alla frammentazione, ai sentieri desertici, di superficie, emerge - specie nei giovani, ma non solo - la domanda della ‘cura’ filosofica, di una cura anzitutto dello spaesamento, di quel senso pervasivo di impotenza, di incertezza, che spesso si traduce in un disagio che fa immaginare il futuro non come una promessa, ma piuttosto come una minaccia incombente, come un cupo fantasma.
Riprendendo una bella espressione tratta dall’Etica di Spinoza, due psichiatri francesi, che operano nell’ambito del disagio infantile e giovanile, hanno dedicato recentemente uno studio proprio alle «passioni tristi», a quell’accidia che spesso imprigiona i giovani, tenendoli in vincoli, perennemente sulla soglia, al di qua della scelta di vivere pienamente e di trovare nella comunità un proprio luogo e un ruolo. (continua)
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[1] Benasayag, M., Schmit, G., Les passions tristes. Souffrance psychique et crise sociale, Editions La Dècouverte, Paris 2003, trad. it. L’epoca delle passioni tristi, Feltrinelli, Milano 2004, giunto in pochi mesi alla ottava edizione.