La TV dei ragazzi che durava allora mezz’ora o poco più, era quasi un premio, o almeno così ci sembrava, dal momento che era la prima e unica offerta che ci proponevano. Certo oggi lo scenario è completamente diverso. Tutto è cambiato, senza contare che non ci sono più il cortile e i giochi per le strade... si vive in maniera isolata, anche in mezzo ad agglomerati di edifici urbani e la televisione viene considerata dalle famiglie un comodo e vantaggioso, anche perché tutto sommato economico, mezzo per intrattenere i piccoli, una specie di elettrodomestico baby-sitter per bambini che rimangono per ore e troppo spesso da soli. Solo negli ultimi tre anni sono stati creati 50 canali dedicati ai ragazzi, una valanga di immagini e contenuti che si affacciano dal piccolo schermo investendo i nostri bambini e che rappresentano oggi un grande business, soprattutto per l’indotto concernente pubblicità e consumi. Stritolati dalla logica, spesso irrazionale, di cifre riguardanti auditel e ascolti, si producono programmi destinati allo scopo di catturare la pubblicità da parte delle aziende, vendendo loro il pubblico che si trova sintonizzato su questo o quel canale. Si pensa dunque a fare ascolto per poter piazzare bene, rendendola più preziosa, l’offerta pubblicitaria in mezzo al programma. Tutto questo certo fa riflettere, così come resta aperto il dibattito, sempre molto acceso, su televisione buona e televisione cattiva. Psicologi e pedagogisti denunciano da tempo un certo malessere di bambini troppo spesso vittime della Tv, soprattutto di una certa Tv e di certi modelli, e avvertono dei rischi del quadro che si va delineando. C’è un bambino che sta crescendo in tutte le famiglie italiane cui si cuce addosso una definizione forte, quella del “minore indistinto e seriale”. La frase usata dal perito nella perizia psichiatrica su Erica e Omar, i ragazzi di Novi Ligure, è stata usata dal Presidente del Censis, De Rita, nel suo rapporto per mettere in guardia dal rischio di una televisione per bambini e ragazzi caratterizzata da un’offerta crescente, un’offerta che non siamo più in grado di controllare. Una provocazione per dire che siamo di fronte ad un bambino indistinto perché si tratta di un ragazzo cui manca il gusto della diversità, che è seriale perché mira alla ripetizione.  Crescono i media e diminuisce la qualità dei contenuti.

Tanto più importante e delicato appare, dunque, in questo contesto, il compito di noi adulti che facciamo televisione e che ricordiamo la nostra Tv dei ragazzi, agli albori dell’epoca televisiva. Bene o male quella era l’unica Tv, l’unico dei mondi possibili, che appariva oltretutto come innegabile occasione e motivo di stimolo e di apertura mentale. Oggi che i nostri figli sono multimediali occorre un approccio diverso per guardare e filtrare la realtà.

Impossibile non rendersi conto della necessità di un ripensamento sociale e culturale del prodotto televisivo destinato ai più giovani consumatori. Certo, siamo ancora lontani dal concepire il mezzo televisivo come un mezzo dalle grandi potenzialità educative, eppure in questi ultimi anni qualche passo avanti è stato fatto.

Soprattutto per quanto riguarda la tutela dei minori. Esiste infatti, già da tempo, anche se poco conosciuto e non sempre applicato, un Codice di autoregolazione Tv e minori. Venne sottoscritto dalle principali emittenti italiane, nel 1997, per garantire non solo il bambino come spettatore, ma anche in quanto partecipante alle trasmissioni televisive.

Proprio in questi ultimi mesi il documento è stato riproposto dall’attuale Ministro per le Telecomunicazioni per essere riconosciuto e riconsiderato come norma. Le Aziende televisive si impegnano a dedicare nei propri palinsesti una fascia protetta di programmazione, tra le 16:00 e le 19:00 idonea per i bambini, con trasmissioni esplicitamente dedicate a loro, con un controllo particolare anche su promo, trailer e pubblicità. E si impegnano a valutare la possibilità di produrre programmi di informazione destinati ai minori, possibilmente curati dalle stesse testate giornalistiche in collaborazione con esperti di problematiche infantili e con bambini e ragazzi. E per far applicare tutto questo, e a tutela dei minori, è stato anche istituito e si è insediato un Comitato di Garanti, formato da rappresentanti della stessa Commissione Parlamentare Infanzia, oltre che da esperti di comunicazione e Tv, al quale ci si può, anzi ci si deve rivolgere per segnalare i casi di infanzia violata dal mezzo televisivo. Ci aspettiamo che funzioni e diventi operativo al più presto, anche se non vediamo purtroppo segnali di fumo, riguardanti una maggiore attenzione alla programmazione per i ragazzi. L’unico caso, tra virgolette, è rappresentato dall’offerta del palinsesto di Rai Tre, che già da qualche anno è in fase di espansione, come può dire del resto meglio di me Mussi Bollini, responsabile della Melevisione. In collaborazione con lei e con la sua Melevisione, del resto facciamo ormai da tre anni il GT Ragazzi che io sono qui a rappresentare, primo e unico telegiornale per i ragazzi. Nacque nel 1998, in seno al TG1.

Curato e condotto da Tiziana Ferrario affiancata da Filippo Gaudenzi, fu quella la prima edizione dei ragazzi. Un’iniziativa editoriale importante varata dalla Rai, televisione pubblica, nell’intento di parlare ai ragazzi, di fare informazione dalla parte dei più giovani, con riferimento particolare alla fascia di età compresa tra i 10 e i 15 anni. Una striscia quotidiana sui fatti del giorno spiegati ai ragazzi con il loro linguaggio e alla loro portata. Un debutto apprezzato e premiato addirittura con un Telegatto, un’esperienza portata avanti per due anni con successo e buoni ascolti, anche perché andava in onda alle 17:00, cioè quando i ragazzi erano a casa. Tre anni fa, nel 2000, il GT è stato trasferito come testata dei ragazzi, sulla terza rete. Una costola del TG3, inserita nella fascia della Melevisione, già affermato e rinomato prodotto studiato per i più piccini, contenitore di qualità anche per quanto riguarda la scelta dei cartoni animati.

La terza edizione del GT Ragazzi, si presenta comunque nuova, diverso l’orario, alle 15:45 prima, poi più tardi, diversa la sigla, diversi lo staff editoriale, i giornalisti, i conduttori. In uno studio completamente rinnovato, si alternano Paola Sensini, curatrice del programma e Fabio Cortese, altro noto mezzobusto del TG3. Anche la formula viene ripensata completamente, soprattutto per quanto riguarda i contenuti, più vicini agli interessi del giovane pubblico. L’obbiettivo principale è quello di coinvolgere direttamente i ragazzi, senza imporre loro un’informazione preconfezionata. L’attenzione è rivolta ai temi di maggiore attualità, non solo musica, sport e spettacolo, ma anche cronaca e politica estera. Un’informazione reale ma depurata, rispetto ai toni troppo grigi e angosciosi che caratterizzano i telegiornali dei grandi.

Per la prima volta le telecamere entrano nelle scuole per ascoltare i ragazzi. Abbiamo voluto così mettere in piedi, due volte la settimana, collegamenti in diretta con vari istituti. Finora ne abbiamo fatti in totale circa 150, scelti su tutto il territorio nazionale in base alle loro caratteristiche e alle loro attività. Scuole Medie e Superiori dove sono stati gli stessi ragazzi, e loro soli, a parlare e ad illustrare i programmi e le attività che svolgono, facendo emergere problemi e realtà molto diverse.

Protagonisti sempre i ragazzi anche nei Forum dedicati ad approfondire fatti di cronaca o altro realizzati in classe. Con i nostri giornalisti come moderatori, abbiamo così affrontato avvenimenti ed eventi particolari come i fatti dell’11 settembre, la guerra in Afghanistan, l’antisemitismo e il razzismo. Sorprendenti le risposte molto spesso da adulti che ci hanno portato a riflettere e a cercare di fare meglio il nostro compito. Maggior attenzione abbiamo voluto prestare alla scelta delle immagini, sempre accompagnate da un sottofondo  musicale appropriato e mai banale. La TV, si sa, è immagine e pertanto abbiamo cura di cercare, facendo una selezione continua, delle immagini più consone, più adatte al nostro pubblico, evitando di offrire immagini cruente o violente se non sono necessarie.

Con maggiori contributi dall’estero, anche da parte dei corrispondenti, il GT Ragazzi si è rinnovato ancora nella sua ultima edizione. Abbiamo puntato su una maggiore interattività con i nostri spettatori, stimolandoli ad intervenire non solo per posta o per fax, ma anche via e-mail chiedendo loro commenti e proposte. Il GT, in onda alle 15:10 tutti i giorni, e trasmesso anche da Rai-Net e Rai-Sat, quest’anno si avvale della presenza in studio di scolaresche due volte la settimana, oltre che di ospiti che vengono intervistati in diretta sempre dagli stessi ragazzi. Oltre a Paola Sensini, che è anche la curatrice del GT Ragazzi, conduce quest’anno in studio Valentina Martelli che si occupa soprattutto di cinema e spettacolo.

Abbiamo ottenuto una maggiore durata, 13 minuti in tutto ogni giorno, ma tuttavia dobbiamo dire che restiamo penalizzati dall’orario in cui va in onda il nostro GT. Alle 15:10 infatti la maggior parte del nostro target, il pubblico a cui ci riferiamo, cioè le ultime classi delle elementari e delle medie, non è in casa.

Dobbiamo altresì dire che purtroppo non abbiamo molti soldi, siamo invitati continuamente a risparmiare e a fare i conti con un magro bilancio soprattutto per quanto riguarda trasferte all’estero e viaggi, anche laddove sarebbe necessario avere i nostri inviati. Speriamo comunque di continuare a fare con impegno e professionalità il nostro lavoro, tenendo comunque presente l’obbiettivo, cioè quello di fare informazione corretta per i ragazzi.

Riteniamo importante partire dal presupposto che ai bambini puoi parlare di tutto, l’importante è scegliere bene cosa comunicare loro e soppesare parole, termini ed immagini. Ce lo hanno fatto capire del resto, educatori ed insegnanti, ma soprattutto gli stessi ragazzi che ci guardano, così come è emerso dai risultati ottenuti sulla base di gruppi di ascolto organizzati per nostro conto. Ci chiedono di parlare di sport minori, di rapporti in famiglia, scuola, lavoro, e problemi della loro età, ma anche di ambiente e di natura, dei luoghi belli e poco conosciuti del nostro paese, di monumenti, parchi e musica italiana.

Tra i servizi risultati in assoluto più interessanti, ci sono quelli sulla tragedia delle Torri Gemelle. Apprezzati soprattutto per i toni usati e perché fanno pensare. Per i ragazzi il nostro GT è istruttivo e interessante, simpatico e chiaro, perché possono capire quello che negli altri telegiornali appare incomprensibile. Penso che questi giudizi bastino per dire che dobbiamo andare avanti e che forse il nostro lavoro non è inutile... anche perché siamo un servizio pubblico.